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lunedì 27 ottobre 2008

A key to the underworld

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[3] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Ci sono quelle cose bellissime e di cui difficilmente potresti fare a meno, ma che sai che sono sempre a disposizione e quindi finisci per darle per scontate. O peggio, per dimenticarle per periodi di tempo più o meno lunghi. E, capirete, non c'è niente di più sbagliato, perché quelli sono i pezzi dell'anima che è rimasta a coprirti il viso.
No, non è un altro post strappalacrime e straziante su amori sbagliati in partenza. Qui, stasera, si parla di musica. Di quella che sperimenta senza dimenticarsi di essere, appunto, musica. Di quella che ti sbatte in faccia e ti lascia tramortito per un interminabile minuto di silenzio.

Gli Zu non hanno bisogno di presentazioni. Se non li conoscete, accorrete al primo loro concerto nell'arco di 200 kilometri, non ve ne pentirete. Io li ho conosciuti nel 2003, durante la sesta edizione del Six Day Sonic Madness, quando ero ancora un semplice spettatore ignaro di quello che sarebbe stato un paio d'anni dopo. La loro esibizione la ricordo ancora bene, tanto mi colpì. L'anno scorso ho avuto l'onore di organizzare un loro concerto nel castello di Apice Vecchia, in occasione dello Stone Free. Un'esperienza mistica, anche semplicemente il poterci avere a che fare direttamente. Sono una delle realtà italiane maggiormente esportate all'estero, e di cui essere più orgogliosi.

Stamattina mi sono imbattuto nel video di una loro esibizione al Donaufestival, ho ricordato che con lo stesso pezzo, Mar glaciale artico, chiusero in maniera memorabile l'eccezionale performance dello scorso anno ad Apice. Per gli intenditori, di seguito il video di cui sopra e la versione studio del brano, nonché un video di un recente concerto (in collaborazione con Mike Patton) al Circolo degli Artisti di Roma, in cui a presentarli c'era nientedimeno che Danny De Vito (e non chiedetemi come fosse finito là).

Zu - Mar glaciale artico (live)


Zu & Mike Patton - Muro torto (live)


Zu - Mar glaciale artico (mp3)

Maplewedding

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[0] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Ma guardate che siamo a livello delle capre. Un banale caso di furto di password, crimine che in Giappone viene punito con una pena massima di cinque anni di carcere e circa 4000 euro di multa, e Repubblica.it titola "Uccide il marito virtuale, ma finisce in carcere davvero". Ma andate affanculo, andate..
sabato 25 ottobre 2008

Co' tutte ste foglie morte

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[5] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Mentre a Roma c'è na fracca de ggente e Berlusconi ha qualche problema ad esprimersi da Pechino, beccatevi l'immenso Zoro di ieri sera su Rai Tre.

Sulla rotta degli squali

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[1] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
A prescindere dalle ideologie politiche di qualsiasi tipo, il punto è che restare fermi sulle proprie posizioni ed insistere nel voler sostenere un decreto che trova lo sfavore della quasi totalità dei diretti interessati è sbagliato, illogico, non democratico, dico di più, fascista.

Sì, ci siamo rotti le palle.
mercoledì 22 ottobre 2008

Parlami ancora

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[3] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!


Sono stato un tantino assente, lo so. Tocca pure scusarsi, che vi avevo abituato troppo bene. Non rispondo più alle mail, non rispondo più ai commenti, non posto più: bella merda. Però vi ho lasciato la pubblicazione programmata delle tre puntate di un racconto scritto un anno e mezzo fa, che finora avevano letto soltanto due persone (e non la diretta interessata, alle solite), su di una storia che per me è stata molto importante, quindi apprezzate almeno lo sforzo.

Provo a rimettermi in carreggiata e dico una cosa: sono stato al giorno più importante (dicono) della vita di una persona con la quale da piccolo ho diviso i giocattoli e la cameretta, che ho preso a pugni e a cui ho fatto scheggiare un dente, con cui ho parlato per nottate intere scambiandoci talvolta anche gli insulti più pesanti.
E' stato bello, è una di quelle cose che riscattano tutto quanto possa andare male in un anno. Ero quasi più emozionato di lei. Ho accompagnato sotto braccio una delle donne della mia vita (con buona pace delle mie ex, non parlo di voi) lungo la navata di un'abbazia (io!), ho indossato un vestito nel quale mi sentivo a disagio quasi quanto Hussain Bolt ad una convention della Lega Nord, ma con cui facevo la mia porca figura (tzè).

Ho pensato che un giorno, forse, toccherà anche a me, non qui, non ora, non così, ma non si può mai dire. Spero che colei che mi sarà accanto abbia la stessa felicità, la stessa luce negli occhi, che la notte precedente non faccia dormire suo fratello per l'agitazione per poi scaricarla non in un pianto, ma in un sorriso che si ricordi negli anni a venire.

Auguri.

lunedì 20 ottobre 2008

Un giro di re (3)

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[6] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!


...segue

Ogni volta che tornavo a casa, di notte o al mattino dopo aver passato le ultime ore da te, pensavo alle nostre parole. Ai tuoi libri pieni di sottolineature per cogliere brevi frasi e renderle perenni, pieni di note a margine perché tra le pagine ci fosse scritta anche la nostra storia. O ai versi delle canzoni che ci rappresentavano. Domandarsi perché quando cade la tristezza in fondo al cuore, come la neve non fa rumore… Pensavo a te che quando ti muovevi scivolavi tra le cose. Non avevo una percezione precisa di quello che sarebbe potuto essere, ma mi andava bene così. Prendevamo ciò che il tempo ci dava così come veniva. Come quando mi avevi trascinato in macchina alla ricerca di un borgo che ricordavi di aver visto anni prima e dopo un'ora ci eravamo ritrovati in un luogo non ben definito, lontanissimi dalla meta. Un posto che si chiama Marpione e che ci aveva fatto ridere. Non c'era altro modo di vivere ciò che naturalmente era nato e con la stessa naturalezza sarebbe finito.

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Guardavo in silenzio dalla finestra le cose scorrere, mi capita di farlo quando già conosco tutto il resto. Mi sorridevi, ma non serviva. Il buio stava scomparendo per cedere il passo a non più di cinque raggi di sole. Avevo avuto cura di noi per mesi, ma non era bastato. Faceva freddo ormai, dentro di noi ancor più che fuori. Abbiamo camminato scalzi sulla nostra storia, abbiamo riso di cose dette e mai dette, di note suonate. Avevamo avuto in comune una manciata di modi di fare e pochissimi nodi di vento a favore. Ti accarezzavo il viso mentre fumavi e nel fumo che soffiavi potevo leggere distintamente che il tuo respiro non mi sarebbe appartenuto ancora a lungo. Erano gli ultimi istanti di un amore dai contorni ben definiti a formare una linea chiusa, che avremmo presto ed inesorabilmente varcato.

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Dedicato a S., con il rimpianto di un saluto.
giovedì 16 ottobre 2008

Un giro di re (2)

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[1] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!


...segue

Ti ho aspettata per un mese, orgoglioso del fatto che fossi io il custode di quell'attesa. Ho sognato quasi ogni notte la grazia con cui ti eri appoggiata con le mani sulle mie spalle per sollevarti in punta di piedi e stamparmi quel bacio poco al di sopra del sopracciglio. Ho immaginato il sapore delle tue labbra e mi è mancato come può mancare una cosa sconosciuta. Poi ti ho rivista, la pelle ambrata di un sole recente, la tua malinconia più lieve che si accompagnava a quella solarità che ancora non avevo conosciuto e che sarebbe stata l'affondo finale al mio cuore. Lo sguardo che ci siamo scambiati è stato unico. Mi hai abbracciato e quasi tremavi. Mi hai detto:

- Ho avuto paura.

Avevo subìto un incidente, pochi giorni prima. A niente erano valse le mie rassicurazioni telefoniche. Non si può essere felici di un incidente, ma quelle tre parole pronunciate guardandomi negli occhi mi hanno reso per un istante l'uomo più felice del mondo. Ti ho stretta a me e ti ho baciata sui capelli. Abbiamo aspettato che un altro cielo rosso sfumasse ai nostri occhi. Hai acceso una sigaretta di cui ricordo il sapore e quella sera nel fumo che soffiavi ho letto che il tuo respiro mi apparteneva. Abbiamo camminato per due ore. Dentro di noi pioveva, non si udiva un suono, si potevano vedere i nostri amori passati precipitare. Era buio e abbiamo osservato le ombre in un angolo luminoso perdere i contorni mentre svanivano. Ho sentito finalmente le tue labbra sulle mie. E quella sigaretta. Mi è piaciuto. Io odio il fumo, ma non ti avrei mai chiesto di smettere, se non altro per poter vedere ogni volta i capelli caderti davanti al viso mentre abbassavi la testa a cercare il pacchetto di Marlboro Light nella borsa, vederti scostarli spazientita e con l'attenzione che si riserva ai gesti più importanti. Intorno a noi c'era un mondo ovattato che ci ascoltava. Rannicchiato e quasi nascosto.

continua...
martedì 14 ottobre 2008

Un bel po' di spanne

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[2] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Makkox sta parecchio avanti a tutti gli altri autori o vignettisti di Macchianera. Ma anche un po' del resto dell'editoria e della blogosfera italiane.









lunedì 13 ottobre 2008

Un giro di re (1)

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[2] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!


Tu non lo capivi. Avevamo in comune pochi modi di fare ed un giro di re. Non ci siamo mossi e non abbiamo detto niente per un periodo non misurabile di tempo. E mi sei precipitata addosso, senza volerlo. Un attimo eri lì ad una distanza infinita e l'istante successivo il tuo corpo era un tutt'uno col mio e sembrava che fosse la cosa più normale del mondo e che non potessimo fare a meno l’uno dell’altra. Abbiamo fatto l’amore ed è stato bellissimo ed irrinunciabile. Stavi per dire qualcosa, ma non sarebbe stato utile. E al contempo ci costava troppa fatica rimanere in silenzio. Avevamo in comune pochi modi di fare ed un giro di re sul quale avevi scritto alcune piccole parole con la coscienza di chi non sa cosa accadrà. Avremmo potuto essere lì o in qualsiasi altro posto del mondo. Nella tua stanza o nella casa senza luce di una comunità Amish. E sarebbe stata esattamente la stessa cosa. Eravamo solo tu ed io e nient’altro. In un punto più o meno lontano delle nostre vite.

La sera che ti ho conosciuta mi hai osservato distratta. Indossavi soltanto la tua malinconia che avrei imparato a conoscere e una sigaretta che fumavi guardando al di là di tutti. Non hai mostrato alcun interesse per la mia presenza, ma nel fumo che soffiavi sono riuscito a leggere che il tuo respiro non apparteneva a nessuno. La difficoltà nel farti sorridere non mi ha fermato. E dopo un po' l'ho visto, quel sorriso che dilata il tempo e regala un bagliore di pigrizia, perché ci si vorrebbe fermare ed addormentarcisi sopra, anche se non è concesso, perché dura un attimo, come ogni altro tuo gesto di cui ci si potrebbe innamorare soltanto in quanto tuo. Sono riuscito non senza fatica ad ottenere la tua attenzione. Mi hai concesso di rivederti qualche giorno dopo all'ora del tramonto di un giorno stanco d'estate. In una strada di quelle che la città ignora, che conosci soltanto se qualcuno ti ci porta. Una strada in cui le urla stropicciate dei bambini sovrastano di gran lunga il rumore delle automobili. Siamo rimasti ad ascoltare il sole spegnersi alle nostre spalle, abbiamo parlato per ore. Tutto sembrava perfetto, quando ti ho riaccompagnata a casa mi hai baciato di sfuggita sulla fronte e hai detto: aspettami.

continua...
sabato 11 ottobre 2008

Sciacallaggio (ma anche no)

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[3] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!


Muore Jörg Haider, leader dell'estrema destra, xenofobo e razzista. Non che ci provi particolarmente, ma non riesco a dispiacermene, sarò stronzo io.
venerdì 10 ottobre 2008

Avvoltoi

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[3] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Il modo in cui, approfittando dal casino creato dalla crisi, cercavano di parare il culo a Geronzi, Cragnotti e Tanzi ha un nome ben preciso: sciallaggio. Stava passando tutto inosservato, bisogna ringraziare Milena Gabanelli e, non avrei mai pensato di doverlo dire, in qualche modo anche Tremonti che ha dato un certo eco alla cosa.
giovedì 9 ottobre 2008

Senilità

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[1] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Un sabato sera di qualche tempo fa, una ragazzina urtandomi mi si è rivolta con un rispettosissimo "oh, mi scusi, mi scusi". Oggi un cliente di mezza età dello studio dove lavoro, salendo con me (è al secondo piano) mi ha chiesto "vuoi che prendiamo l'ascensore?". Lui. C'è mia sorella di tredici anni che in questo momento mi dice che ascolto musica da vecchi. La musica da vecchi è Stanza 218 degli El Muniria.
La prossima volta che salirò su un autobus un liceale mi cederà il posto, me lo sento.
mercoledì 8 ottobre 2008

Cent'anni di noia

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[6] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Il fatto che io e Valerio ci siamo ritrovati a leggere lo stesso libro quasi contemporaneamente è un caso. Il fatto che la pensiamo più o meno allo stesso modo anche, o forse no, forse è il motivo che ci ha spinto ad aprire un blog insieme.

Comunque. Il punto è che Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez è una noia mortale, c'è poco da dire. Mettiamola che come per La casa degli spiriti di Isabel Allende, questi libri di infinite epopee familiari che non hanno né capo e né coda non fanno per me. E se il libro della Allende ha almeno di memorabile le ultime cento pagine, non ho trovato niente in quello di Márquez che pensi di poter ricordare tra una settimana.

Permettetemi un'osservazione. Va bene i gusti e tutto, senza dubbio a ognuno va il suo, e menate varie. Credo però che in tanti commenti (non tutti) su Cent'anni di solitudine che ho sentito in giro, ci sia un po' quel meccanismo che porta a doversi uniformare a certi giudizi, dover parlare bene di una cosa perché sì e basta. Un po' come va per Sulla strada di Jack Kerouac, che in parecchi sono lì a dire che è il libro più bello della beat generation, quando di beat non è che abbia poi molto.

Poi sbaglierò, ma io preferisco Jonathan Safran Foer.

L'articolo è stato scritto per Liberipensieri.net
lunedì 6 ottobre 2008

MochaUI

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[3] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Si chiama MochaUI ed è una Web Applications User Interface Library basata sul framework MooTools, a cura di quel fenomeno di Greg Houston. Va bene che io sarò un geek che un po' va pazzo per la roba object-oriented, ma anche se non ne capite/non ve ne frega una cippa di 'ste cose, fatevici un giro. E' bello accorgersi del punto a cui si è arrivati, di quello che si può fare. E' triste al contempo vedere poi in circolazione gente che ancora fa i siti web con i modelli di FrontPage, ma questa è un'altra storia.

Io su MochaUI, girando tra le applicazioni ci ho trovato il video di Daywan Cowboy dei Boards of Canada, che già di per sé è una bella goduria.
domenica 5 ottobre 2008

Social-network network

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[2] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Io lo sapevo che prima o poi sarebbe capitato, ne parlavo con qualcuno davanti ad una birra tempo fa. Una volta era il blog, ricordo pure che non eravamo mica in tanti. Ora i blog sono talmente inflazionati che ti ritrovi ad averne uno anche quando non vuoi, tutti si sentono in dovere di concederti uno spazio dove scriverci i cazzi tuoi.
La frontiera oggi è rappresentata, ovviamente e per almeno un altro pochino di tempo, dà Myspace, Facebook e compagnia bella, così quello che per i blog fanno Splinder e Blogger tra gli altri, viene fatto per i social network da analoghe (più o meno) apposite piattaforme.
Antonio ha appena scritto un post dove ne raccoglie un po'.

Io ho dei dubbi. Diciamo sul fatto che se queste cose prendessero piede, si verrebbe a creare una frammentarietà che andrebbe a cozzare con il concetto stesso di social network. Ma le opinioni sono come le palle, per cui ad ognuno le sue e vediamo come va.
sabato 4 ottobre 2008

Vernare con l'iPod

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[3] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Il freddo non dà tregua e l'inverno è ormai alle porte, troppo prima del previsto. Negli ultimi giorni il cielo qui è stato (a tratti) grigio che nemmeno quello del Belgio. Ho speso così cinque minuti per caricare su Megaupload la playlist che stavo ascoltando, molto adatta alla poca luce che entra nella stanza in questo momento. Sono ottanta minuti di musica, in modo che possiate anche farvi un normale cd audio per lo stereo dell'auto o di casa.

Buon fine settimana.

Fuck Buttons - Sweet love from planet earth [mp3]
M83 - Kim & Jessie [mp3]
Apparat - Headup [mp3]
The Album Leaf - The outer banks [mp3]
Ellen Allien & Apparat - Do not break [mp3]
Amusement parks on fire - Await lightning [mp3]
Jeniferever - A ghost in the corner of your eye [mp3]
The Twilight Sad - And she would darken the memory [mp3]
Massimo Volume - Pizza express [mp3]
Ulan Bator - 33 [mp3]
El Muniria - Stanza 218 [mp3]
Devastations - The pest [mp3]
Fleet Foxes - White winter hymnal [mp3]
A Weather - Oh my stars [mp3]
Broken Social Scene - Let's get out of here [mp3]

[full download]

venerdì 3 ottobre 2008

Controlling

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[1] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Su ottimo consiglio di Antonio, sono passato da Google Analytics a StatCounter, per quanto riguarda le statistiche di questo blog. Ciò vuol dire che ora posso controllare molto più dettagliatamente chi siete, quali pagine visitate, quanto tempo ci state, da dove venite, chi vi ha mandato qui. Perciò vedete di fare le persone serie.
giovedì 2 ottobre 2008

Ampio parcheggio e panorama

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[4] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
E' assurdo, Epifani vuole una scala mobile! Questo diceva, più o meno, Emma Marcegaglia della trattativa tra Confindustria e Cgil. E stamattina presto, citando queste parole in un servizio del telegiornale, chi ha curato il montaggio ha pensato bene di infilare in quel momento esatto l'inquadratura proprio di una scala mobile, dico una scala mobile vera con gli scalini e tutto, di qualche centro commerciale. Giuro su dio. Sul motivo, mi sono balenate varie ipotesi, tra cui: a) si tratta di satira pungente, b) è un abile gioco di associazione di idee, c) non ci avevano capito un cazzo, d) stavo ancora dormendo. Tolta l'ultima, per un attimo ho pensato che sarebbe bellissimo se succedesse che Epifani chiede la scala mobile in sede di trattativa, la Marcegaglia cede e il mattino dopo, tipo alle 6, gli fa trovare gli operai fuori casa che gli costruiscono la benedetta scala.

Sarebbe fantastico. La smetterebbe di fare il cretinetti, per dirla alla milanese.
Che poi ora mi verrete a dire che la trattativa in questone è la solita farsa e che la Marcegaglia è una zoccola. Ma questo è un altro paio di maniche.