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lunedì 13 ottobre 2008

Un giro di re (1)

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Tu non lo capivi. Avevamo in comune pochi modi di fare ed un giro di re. Non ci siamo mossi e non abbiamo detto niente per un periodo non misurabile di tempo. E mi sei precipitata addosso, senza volerlo. Un attimo eri lì ad una distanza infinita e l'istante successivo il tuo corpo era un tutt'uno col mio e sembrava che fosse la cosa più normale del mondo e che non potessimo fare a meno l’uno dell’altra. Abbiamo fatto l’amore ed è stato bellissimo ed irrinunciabile. Stavi per dire qualcosa, ma non sarebbe stato utile. E al contempo ci costava troppa fatica rimanere in silenzio. Avevamo in comune pochi modi di fare ed un giro di re sul quale avevi scritto alcune piccole parole con la coscienza di chi non sa cosa accadrà. Avremmo potuto essere lì o in qualsiasi altro posto del mondo. Nella tua stanza o nella casa senza luce di una comunità Amish. E sarebbe stata esattamente la stessa cosa. Eravamo solo tu ed io e nient’altro. In un punto più o meno lontano delle nostre vite.

La sera che ti ho conosciuta mi hai osservato distratta. Indossavi soltanto la tua malinconia che avrei imparato a conoscere e una sigaretta che fumavi guardando al di là di tutti. Non hai mostrato alcun interesse per la mia presenza, ma nel fumo che soffiavi sono riuscito a leggere che il tuo respiro non apparteneva a nessuno. La difficoltà nel farti sorridere non mi ha fermato. E dopo un po' l'ho visto, quel sorriso che dilata il tempo e regala un bagliore di pigrizia, perché ci si vorrebbe fermare ed addormentarcisi sopra, anche se non è concesso, perché dura un attimo, come ogni altro tuo gesto di cui ci si potrebbe innamorare soltanto in quanto tuo. Sono riuscito non senza fatica ad ottenere la tua attenzione. Mi hai concesso di rivederti qualche giorno dopo all'ora del tramonto di un giorno stanco d'estate. In una strada di quelle che la città ignora, che conosci soltanto se qualcuno ti ci porta. Una strada in cui le urla stropicciate dei bambini sovrastano di gran lunga il rumore delle automobili. Siamo rimasti ad ascoltare il sole spegnersi alle nostre spalle, abbiamo parlato per ore. Tutto sembrava perfetto, quando ti ho riaccompagnata a casa mi hai baciato di sfuggita sulla fronte e hai detto: aspettami.

continua...

2 scleri di ignari passanti:

Anonimo ha detto...
13 ottobre 2008 alle ore 17:21

C'è sempre qualcosa di magico in quello che scrivi...Attendo la continuazione...

kontrasto ha detto...
14 ottobre 2008 alle ore 00:14

Attendi fino a giovedì.. ;)

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