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martedì 19 ottobre 2010

L'ultimo delle luci

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[3] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Stessa identica struttura di tutti gli altri suoi pezzi, scrittura come al solito interessante (anche se solo a tratti), ma il giochino c'è venuto decisamente a noia.

Segnalo l'iniziativa di Solo Macello. Mi sembra un pochino esagerato, ma posso capirlo. Qualcuno dice già lo stesso anche di Brunori Sas.

sabato 16 ottobre 2010

I'm Batman (shhh)

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[1] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!




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mercoledì 13 ottobre 2010

A last concert to sad eyes (one year after)

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[1] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!


Così, circa un anno fa, io e V. sul concerto dei Sophia a Roma. Mi sembrava bello ricordarlo, tante cose sono cambiate ma a guardare il video sul sito della Rai (non scherzo) provo esattamente le stesse emozioni, anche se le esprimerei in maniera abbastanza differente.

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Questo concerto che..
Del disco che rispetto agli altri..
La band dimostra una..
Se c'è una cosa che m'è piaciuto leggere di recente in un blog musicale è la citazione di Frank Zappa "parlare di musica è come ballare di architettura". E più o meno basta. Allora provo a raccontarvi l'evento senza partire da storie di amori finiti e ricerche di sé stessi, ma come se fossimo al bancone del Morgana a bere birra.

Roma, una settimana fa più o meno. Ci siamo appena fatti più di duecento km per un concerto, con la prospettiva di percorrerne altrettanti nottetempo. Insieme a me c'è un idolo delle teenagers e due paia d'occhi di quelli da mozzare il fiato. Perché non stiamo andando a vedere un concerto qualsiasi, del genere pogo e rutto libero, tantomeno da ascoltare in sottofondo mentre si sorseggia un mojito e si discorre di amenità. Stasera vedremo finalmente suonare i Sophia, in formazione completa più quartetto d'archi, e insomma c'è bisogno della giusta atmosfera, del giusto mood. Della giusta compagnia. Tempo una mezz'oretta e si uniscono a noi un altro paio d'amici, tra cui il mio socio su questo blog, sempre attento e presente quando si tratta di buona musica (anche se poi infila Brusco nelle playlist, ma questa è un'altra storia).

Ci godiamo nel giardino del Circolo degli Artisti una delle ultime serate tiepide di Roma, mentre dentro sta suonando Modì che, diciamocelo, non abbiamo alcuna voglia di ascoltare. "Conto fino a tre e se non basta conto anche per te", a me pare una filastrocca usata quando si hanno più o meno dieci anni per formare le squadre di calcetto, prima di una di quelle sfide epiche fatte in piazza, sul cemento, roba che se banalmente cadevi ti dovevano portare al pronto soccorso d'urgenza, alla faccia di chi oggi non gioca se pioviggina o ha il raffreddore. Tzè. Io però sono uno scassacazzi, si sa, quindi questa mia opinione non fa testo. Giusto il tempo che una bella ragazza si presenti al suddetto idolo delle teenagers, ricevendo come risposta "No, non ora, devo andare a vedere il concerto" che Robin Sheppard è già sul palco (sono passate da poco le dieci).

Io, non avendo visto (di proposito) neppure una performance live su YouTube, immaginavo che Sheppard stesse per tutta la durata del live con la faccia appesa che ha nelle foto promozionali e non dicesse una parola tra una canzone e l'altra. Invece al contrario, simpatico, brillante, esordisce con "Ciao Roma! I feel good tonight.. But don't worry, I'm even sooo sad!". Apprezziamo. Durante il concerto sentiamo un po' di tutto, brani vecchi e nuovi, Obvious, Dreaming, I left you, The river song, Storm Clouds, Oh my love, Swept Back, etc.. Tutti eseguiti magistralmente e con grande passione. Il Circolo si riempie quasi del tutto, il pubblico mi piace, generoso (giustamente) negli applausi e rispettoso quando il volume e le dinamiche s'abbassano. L'esecuzione di Leaving è uno dei momenti più tristi degli ultimi anni, insieme al primo bis suonato esclusivamente per chitarra acustica, voce ed archi. C'è tempo anche per una breve fase rodimento di culo finale con il chitarrista che suona svogliato e il batterista che dopo aver picchiato come un dannato lancia le bacchette con stizza dietro di sé, poi si alza e abbandona il palco senza salutare. Non essendoci niente per cui farsi rodere il culo, è probabilmente solo scena, cinque minuti di follia hard rock che alla fine di un concerto del genere ci stanno anche.

Metto da parte le parole e condivido un video di YouTube (ho visto gente filmare tutto il concerto), ripreso all'altezza del bancone, con tanto di avventori che ordinano "Una media e una piccola". Ovviamente non siamo noi. Avremmo ordinato due medie, chi è che prende ancora le birre piccole?



Torniamo a casa, Roma, don't blame us for leaving, ma è martedì, domani si lavora. Lo faremo di sicuro più soddisfatti, anche stavolta abbiamo dato e non passerà molto tempo per la prossima occasione. Magari vi racconterò anche quella, se la birra al Morgana ve la venite a bere davvero. Paga Orlando.
lunedì 11 ottobre 2010

Usate il napalm

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[0] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Ricordate chi sono stati i firmatari dell'emendamento 1707 all'articolo 380 del codice di procedura penale, emendamento che afferma la non sussistenza dell'obbligo d'arresto "per chi verrà sorpreso a compiere violenze sessuali di lieve entità verso minori"? Gasparri, Quagliariello, Berselli, Mazzatorta, Bricolo, etc. No, tanto per dire..
martedì 5 ottobre 2010

Nonostante tutto

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[2] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Nonostante tutto esistono ancora i desideri, gli amici, il divertimento, l'amore, la passione, la trasparenza, le persone magiche con cui basta uno sguardo per capirsi, quelle che amano il viaggio e non la destinazione. Forse non per una coincidenza i nostri pensieri si stanno incrociando anche solo per un attimo. Mi piace vederla così. Spero non siano tutte illusioni... nonostante tutto!

Cinque anni fa moriva Caterina Farassino. La Fondazione che porta il suo nome continua a lavorare per l'assistenza a bambini e bambine in condizioni economiche disagiate, la protezione sotto il profilo fisico e morale dell’infanzia comunque abbandonata o priva di assistenza, lo sviluppo dell’istruzione e della cultura negli strati meno elevati della popolazione infantile.

venerdì 1 ottobre 2010

Qualche carro armato

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[0] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
In teoria le cose dovrebbero andare così: io ho a cuore il bene del mio paese e voglio occuparmi dei suoi problemi, avere una parte attiva nei tentativi di risoluzione, e in proposito ho delle idee. Per farlo devo passare attraverso il meccanismo del voto, cioè devo convincere altre persone che sono l’uomo giusto; allora mi propongo, mi sottopongo, vengo eletto e così posso finalmente darmi da fare.
Ma in pratica le cose vanno che: io voglio occuparmi del paese, il perché sono cazzi miei. Oh, sì, certo: legalità, fraternità, patria, famiglia, viva la mamma. Va bene. Per farlo devo convincere altre persone che sono l’uomo giusto e dunque che cosa faccio? Semplice: Divento l’uomo giusto, ossia divento precisamente ciò che vogliono, è un meccanismo prettamente pubblicitario che rispecchia con precisione l’odierna politica dell’immagine: il politico sfigato e noioso perde; il politico carismatico e brillante vince. Ma non è solo questione di immagine. Per diventare l’uomo giusto devo anche avere le idee giuste, e le idee giuste sono quelle che già risiedono nella testa del mio elettore, lì pronte per essere sollecitate. Sceglierò quindi l’elettore più diffuso, per avere più voti; e in tutto il mondo, da sempre, l’elettore più diffuso è anche quello più ignorante e scemo. Che tipo di politico avrò allora al governo?

m.z. [link]