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martedì 29 dicembre 2009

I ragazzi che si amano

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[1] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore


(Prévert)
lunedì 28 dicembre 2009

La paura di perderti è la gioia di averti (playlist 2009)

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[1] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!


Alla fine ce l'ho fatta, per il rotto della cuffia. Appena prima di partire e sul finire di questo 2009 rapidissimo. La mia playlist per la fine degli anni zero è tutta qui, diciannove canzoni uscite quest'anno. Ognuna di esse è per il sottoscritto un cazzotto nello sterno, perciò dopo averla fatta e riascoltata mi sono rannicchiato a terra con il respiro spezzato.

Qualcosa forse manca, ma ho cercato di racchiudere tutto in ottanta minuti di musica, e lo so che è stupido nell'era degli iPod ridursi alla durata di un cd-rom. Ma qui siamo gente che tuttora ama tenere la musica in mano. Che porta ancora in macchina le cassettine registrate da una ex con il fruscio che copre ogni cosa. Che fa le compilation e ci scrive sopra La paura di perderti è la gioia di averti, e magari stampa anche la copertina.

Si chiama proprio così, questa. E per qualche motivo è dedicata ad una persona importante della mia vita che non so neppure che fine abbia fatto.
E' triste, ma non tutta.
E' da indie snob, ma non troppo.
E' bella, ma anche no.
E' ideale per i 400 km che mi troverò a percorrere tra un paio di giorni, bendato e solo, in equilibrio su un filo.
E' qui.
martedì 22 dicembre 2009

Paraculismo n. 10

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[0] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Anche Maradona era un poeta.
Lo diciamo noi che di poeti ce ne intendiamo.
E' la frase che campeggia in bella vista su un espositore del nuovo punto Feltrinelli Express nella stazione centrale di Napoli. Nell'espositore: Nazim Hikmet, Fernando Pessoa, Pablo Neruda, Charles Baudelaire.
sabato 19 dicembre 2009

Ciclo spicciolo di Carnot

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[2] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Io amo il mio termocamino. Se qualcuno mi chiedesse di scegliere una sola cosa da portare su un'isola deserta, io indicherei senza esitazione il termocamino (e zitti e manzi e portate rispetto). Tutte le mattine alle 7 (tranne la domenica, abbiate pace, ma il sabato sì, nonostante tre o quattro ore prima sia ancora al bancone del Morgana per l'ultima birra o sambuca) passo una ventina di minuti a scegliere e trasportare dalla legnaia la legna da bruciare durante il giorno. Finito di caricare ed accendere il termocamino, faccio la doccia e prendo il caffè, e Dio solo sa quanto amo prendere il caffè dopo la doccia davanti al fuoco acceso.

Amo anche, poco meno, le due poltrone gemelle poste di fronte al termocamino. Su quella sempre più contesa ho ascoltato i migliori dischi dell'ultimo anno, letto Paura e disgusto a Las Vegas e Cecità. Su quelle poltrone e davanti al camino acceso ho dormito stretto ad una di quelle persone meravigliose che ti offrono l'essenza pura di quello che sono tanto che ti senti inadeguato, che ti viene voglia di strapparti il cuore dal petto e dire "toh, prendi".

Le cose sono cambiate, di recente. Al fuoco del mio termocamino si è riscaldato chi non lo meritava, gente che a cavalcioni della mia vita e con la propria cattiveria spicciola in braccio ha cercato di rendermi peggiore. Non è un grosso problema, ho intorno a me persone che mi danno abbastanza calore umano da poterci riscaldare il Wisconsin per i prossimi inverni.

Direi di tralasciare le donne della mia vita (di una delle quali tra qualche giorno sarò orgoglioso padrino) ed il resto della famiglia, che non fanno testo. Accanto a me c'è una persona che anche se mi rinfaccia di parlare troppo e di essere ripetitivo (vere entrambe le cose) so che mi starebbe ad ascoltare per settimane se solo glielo chiedessi. Un'altra che è come una seconda mamma e mi sveglia dal torpore dei miei momenti di debolezza, e se non avessi avuto il culo (grosso) di incontrarla la starei ancora cercando. Due sorelle illegittime che sono scassacazzi vere ma che ci sono sempre e sanno che in fondo "non ci serve nulla". Un'amica che riesce a farmi salire il sangue al cervello un giorno sì e l'altro pure e sa scomparire per un anno, ma la sento sempre vicina. Un individuo che ha sempre l'insulto (amichevole, voglio sperare) a portata di mano e che mi fa sorridere. Una persona che quando mi conosceva appena mi ha fatto sentire per una volta orgoglioso di esistere, dicendomi "Sei libero. Sei libero e basta, anzi sei l'unico libero".

Ce ne sarebbero parecchie altre, loro lo sanno, ma non vado oltre per non diventare melenserrimo e non farvi venire lo scorbuto o la gotta nel mentre leggete. Sopratutto, ci sono persone lontane ma vicine a cui questo blog è particolarmente dedicato. Ho un po' la tendenza a fare il desaparecido, scrivere qui sopra è come mandare un messaggio a tutti che dice "non ci sentiamo da un po', ma io sono sempre qui, sono vivo". E' anche e forse in maniera particolare per queste persone che ho paura che prima o poi il tempo e i rapporti sbagliati possano rendermi diffidente e disilluso, gelido come un 7 dicembre, arido come una notte tra le lenzuola sbagliate. Potrebbero tornare e trovarmi cambiato, troppo, in peggio. E non me lo perdonerebbero, non me lo perdonerei: non sarei più io e non mi starebbe bene. Quindi facciamo poco gli stronzi. ;)

Vi amo.
mercoledì 16 dicembre 2009

Gregge

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[0] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Sempre senza pensare
Senza una propria opinione
una volta gridando osanna
e l’altra al contrario
con foga crocifiggeteLo ora


Alexandros Panagulis, dicembre 1971
domenica 13 dicembre 2009

Presents are not to be destroyed

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[4] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
La persona che ami è fatta per il 72,8% d'acqua e non piove da settimane.

Il tuo posto preferito è costeggiato da una strada che ha l'odore delle cose trascorse. Anche se è la provinciale che unisce due paesi, pare sempre che a momenti debba passare un Giro d'Italia che nessuno si calcola, qualcuno la mantiene vuota per te. E' di quelle strade ai margini delle quali ogni tanto spunta qualche frazione, sette case e una cappellina con gli orari delle messe scritti a penna nella grafia incerta degli anziani.

Quando sei nel tuo posto preferito pensi al passato remoto. A quando avevi diciott'anni e vivevi i primi mesi in una città mediamente lontana e troppo grande per essere vissuta. A quando riuscisti per settimane a resistere senza tradire la ragazza che ti faceva battere il cuore, e ci cascasti proprio il giorno prima di tornare a casa, nella squallida stanza di una freakkettona, con Bob Marley a palla. Al momento in cui rivedesti lei e nessuno ti aveva consegnato il copione, non avevi ripassato le battute. Agli alibi che avresti potuto darti, se mai fossi stato abbastanza gentile con te stesso.

Quando percorri la strada che dal tuo posto preferito ti riporta a casa, pensi al passato prossimo. Alla sera in cui sei stato preso da quella tenerezza che si manifesta soltanto quando la felicità potrebbe uscirti dagli occhi e dalle orecchie. A quando hai visto per la prima volta quell'incedere veloce che sembra voler dissimulare insicurezza, quel guardarsi intorno di chi non riesce a rassegnarsi all'incomprensibilità delle cose e si aspetta sempre l'imprevisto. A quanto ti sei allontanato dalla realtà.
E potresti finalmente accorgerti (ma ancora c'è tanto che non hai capito, e quindi non te ne accorgi) che dovrebbero essere gli ultimi pensieri che dedichi a quel passato prossimo e sbagliato, tutto sbagliato. Perché è vero, i regali non c'entrano, non hanno colpe e non si buttano via. Ma neppure le vite degli altri.




Fever Ray - Keep the Streets Empty For Me [mp3]
sabato 12 dicembre 2009

Following the pack

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[0] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Per chi l'anno scorso se lo fosse perso, l'album omonimo dei Fleet Foxes è un gioiellino per l'inverno. A doverli definire si potrebbero classificare come una sorta di Beach Boys da baita di montagna. Allo stesso modo di For Emma, forever ago di Bon Iver, vero capolavoro del 2008 (ne parlavo qui), anche questo è uscito la scorsa primavera, pur prestandosi estremamente di più alla stagione fredda.

Il mio impatto con loro non fu dei migliori. Settembre 2008. Al primo ascolto in macchina, mentre mi dirigevo con la mia ex ragazza a casa di amici (suoi) per una cena, la reazione di lei fu quella di sbarrare gli occhi e chiedermi sbigottita e anche un pochino ammirata:

- Ma davvero ti piace questa musica?
- Certo, a te no?

Si girò dall'altra parte e sorrise, trattenendo probabilmente una risata. Poi, senza staccare gli occhi dalla strada:

- E' buona al posto della letterina di Natale.

Avrei dovuto capire tante cose.

(L'ultimo video è un take-away show. Imperdibile, sopratutto in mancanza di idee per la letterina di Natale)







mercoledì 9 dicembre 2009

Couldn't let your broken voice speak

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[2] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Mi sono disteso a riposare sul mio letto e con la mia solita musica nelle cuffie, dopo aver buttato via un regalo insieme agli stracci e a pochi momenti trascorsi inutilmente insieme. Ho guardato fuori, ma questa volta cercando il cielo e le stelle.

Non so dove sto andando, so solo che ho centinaia di chilometri da percorrere, bendato e solo.

Le cose difficili sono la mia linfa vitale, ma stavolta mi gira la testa. Troppo facile dare la colpa all'ennesima sbornia.


Captain - Hazelville [mp3]

Forget it ever entered your life. Oh, no.
mercoledì 2 dicembre 2009

Usitalia

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Nel 2000 Silvio Berlusconi ancora non era stato eletto premier per la seconda volta. Mi correggo: Silvio Berlusconi non è mai stato eletto premier, in Italia non esiste il premierato, dal momento che non esiste neppure l'elezione diretta del Presidente del Consiglio. Per dire, potrebbero vincere i Radicali col 99% e dare il Governo in mano a me. No a me no perché non ho una certa età, se non erro almeno cinquant'anni o una cosa del genere, anche se non ci spieghiamo il perché.

E' il Presidente della Repubblica che investe della Carica il Presidente del Consiglio dei Ministri, il resto è prassi. In realtà sarebbe prassi anche che il Presidente della Repubblica sciogliesse le Camere, il Governo e indicesse nuove elezioni qualora il Presidente del Consiglio dovesse per caso andare a donnine, minorenni, fosse indagato per corruzione, e altre decine di casi dai quali con una legge apposita stesse cercando di svicolare. Se succedesse una sola di queste cose qua.

Insomma, nel 2000 questo secondo sciagurato Governo con Silvio Berlusconi Presidente del Consiglio non era ancora in essere, ci crogiuolavamo nell'onanismo di una bicamerale vergognosa. Ci stavamo mettendo del tempo, forse un po' più del previsto, ma stavamo già creando un paese a uso e costume dei Fabrizio Corona, a stonare erano gli altri. Stefano Benni proprio nel 2000, in tempi maturi ma niente affatto sospetti, scriveva queste cose qui e vi consiglio di prendervi cinque minuti per leggerle, poi fate come vi pare:
Il paese esprime sempre una volontà di cambiamento, e questa è la miglior garanzia dell'immutabilità politica. Basta non cambiare mai, di modo che il popolo possa continuare a esprimere la sua volontà di cambiamento. Perciò in Usitalia si era deciso che tutti dovevano assomigliarsi, virtuosi e gangster, modernisti e passatisti, moderati e moderisti. Decine di facce promettevano, incominciavano, interrompevano, ribadivano le solite cose, dentro e fuori gli schermi, e in quel rutilante scorrere di nulla ogni cittadino trovava le sue ragioni e subito le dimenticava, e gli restava dentro solo l'eco di un disagio rabbioso. Così il Reame del Gangster Catodico e dei suoi maggiordomi neri e rosa, sembrava volere le stesse cose del Misterioso Grande Centro o del Monastero dei Beati Progressisti, identiche erano le orazioni, i rosari e le parolacce, identica la miseria di idee e la sudditanza ai forti. Chi aveva idee, in quel paese, se le portava addosso da solo, come una gerla, e le scambiava coi passanti. Per il resto, lotte da città a città e da ducato a ducato, tenzoni proporzionali e maggioritarie, fulmineo scorrere di risse e insulti poi trasformabili in alleanze e bicamerali con bagno, promesse d'odio eterno ed eterni compromessi, e poi referendi e tradimenti e rimpasti e ribollite e ribaltoni e insulti alla storia, alle vittime, ai deboli. Si demandava ai magistrati di giudicare quello che spetta a ogni coscienza civile: se ai potenti sia concesso qualsiasi reato e delitto. Sì, era la risposta, e ogni dignitoso sogno aveva abbandonato le anime di quel popolo, lasciandoli lieti di affidare la loro libertà a gangster e mafiosi, e sentirla minacciata dal mendicante all'angolo. La loro indignazione aveva respiro meno che settimanale, e durava più per un rigore non concesso che per un delitto non svelato. Sì, senza coscienza civile, senza storia, senza giustizia, la vita in quel paese aveva il lento scorrere di un funerale.

Not in Nottingham

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[0] scleri di ignari passanti, contribuisci allo sclero!
Un Roger Miller monumentale.