Qualcuno avrà già votato, in ogni caso io eviterò accuratamente di parlare di politica e vi propino un bel post a punti di quelli che non hai un cazzo da dire ma ti va di dirlo:
- Non è un ottimo momento, vago tra alti e bassi, sbalzi d'umore, lunatismo alle stelle. Ho le mie cose.
- Ancora una volta, trovatomi in una libreria, ho comprato un libro a caso. E ancora una volta pare abbia pescato bene.. Nick Hornby - Alta fedeltà.
- "Tales & Dreams" dei francesi Kwoon non è male, Alessia ne ha azzeccata una.
- Doppietta di Salihamidzic. Ho detto tutto.
- La Cina viene demonizzata da un po' tutta la stampa occidentale, tranne che dalla nostra. Abbiamo paura. Sì che magari da un certo punto di vista facciamo bene, siamo già abbastanza disastrati economicamente e di un colosso per nemico non abbiamo proprio bisogno. Però -umanamente parlando- facciamo un bel po' schifo.
- Giulia sciorina un discorsetto -che bene o male rispecchia il mio pensiero- sul perché tifare per Veltroni (scusate, non sono riuscito a trattenermi oltre). Solo che lei, in chiusura, decide di non votarlo. E io qua non mi ci trovo. Il fatto è che volersi liberare di Berlusconi, di quello che ha portato la sua "scesa in campo" (ricordo ancora con orrore il titolo di un paragrafo nell'ultimo capitolo del mio libro di storia del quinto liceo, "La scesa in campo di Berlusconi". Di bello c'è che non tutti possono dire di aver avuto un libro di storia del liceo in cui si parla di Berlusconi), del modo di fare politica che è nato con lui e che ha impedito a questo paese di svilupparsi in qualsiasi campo negli ultimi -almeno- dieci anni, è eccome una cosa seria e con la quale non si scherza. Altroché. E le alternative a me non sembrano praticabili, a sto giro. Ne riparliamo la prossima volta.
Fine del post della domenica.
domenica 13 aprile 2008
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7 scleri di ignari passanti:
C'è sempre un'alternativa..... non votare!
ci vorrà un buon anti-nausea...però si dovrà votare.
@italianovero: si è visto. Ottima alternativa...
Sto male voglio scendere.
:-(((
unica nota positiva di questi ultimi giorni è la doppietta di salihamidzic... meglio non pensare a cosa ci aspetta sennò ci restano due opzioni: darci alle droghe pesanti o espatriare...
Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
(Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917)
quello che scrivi (vabbè, scriveva gramsci) sarebbe condivisibile, ma non è cos' facile, non è sempre possibile parteggiare...
si parteggia per ciò che si ritiene giusto, non si parteggia così tanto per... tanto per essere schierati.. schierati con cosa? con chi?
a volte forse non parteggiare è sinonimo di onestà, verso se stessi prima e poi verso gli altri...
tra il non parteggiare (quando non c'è nulla per cui parteggiare) e l'indifferenza ci sta un oceano...
makxnoise, per fortuna -dio guardami- siamo ancora in democrazia.
e come già ho scritto in qualche altro commento, se proprio nessuno nessuno ti rappresenta minimamente, dovresti iniziare a pensare di candidarti. o emigrare. ma davvero però, non a chiacchiere..
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