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lunedì 23 novembre 2009

Perestrojka

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Una tendenza pericolosa di parte della scienza è quella di usare i progressi fatti nella manipolazione genetica per eliminare (in maniera più o meno graduale) in natura le diversità delle varie specie e pretendere di poterne produrre una perfetta. Non sto qui a fare discorsi su Dio e il creato che sposino le teorie medioevali della Chiesa sulle cellule staminali, figuriamoci. Per evitare di rimandare a questo, consideriamo piuttosto il regno vegetale.

La scienza è in grado (leggasi OGM e quanto ne segue) di produrre una mela, un tipo di mela, che racchiuda tutte le migliori caratteristiche degli altri tipi di mela e quasi nessun difetto. Figo, dite. No, perché un difetto resta: anche la nostra supermela, come tutte le altre specie di mele, ha un suo arco vitale e un giorno arriverà la sua fine. Avendo la scienza eliminato tutte le altre specie di mela, quelle imperfette, non ci sarà un altro tipo di mela, cresciuta in concorrenza, a prendere il suo posto e a far continuare la specie. In pratica, dopo la mela perfetta non ci saranno più mele. Remo Ruffini sintetizza brillantemente, e in maniera un po' lapidaria, il concetto: "Bisogna fare attenzione a non eliminare la concorrenza nella natura e a mantenere le differenze".

Ora astraiamo un attimo dalle mele, vi va? Pensiamo alle idee. E' esattamente la stessa cosa, è necessario, imperativo, mantenere la concorrenza delle idee preservando le differenze. Altrimenti presto non vi saranno più idee. Il ragionamento è ispirato a quanto scriveva Tiziano Terzani quasi venti anni fa, anticipando di fatto due decenni di storia:
Il comunismo, con la sua sacrilega aspirazione a cambiare l'uomo, ha ucciso milioni di uomini e ha, come un moderno Gengis Khan, seminato vittime di ogni tipo lungo il percorso della sua conquista. Eppure è anche vero che là dove non era al potere, ma restava come un'alternativa d'opposizione - nei paesi dell'Europa Occidentale, per esempio -, il comunismo non è stato solo distruttivo, ma anzi ha contribuito al progresso sociale della gente. Come sistema di potere, fondato sull'intolleranza e sul terrore, il comunismo doveva finire. Ma come idea di sfida all'ordine costituito? Come grido di battaglia di una diversa moralità, di una maggiore giustizia sociale? Che succederà ora che il mondo capitalista resta l'unica «specie» del suo genere? Che cosa succederà ora che tanti potenti, tronfi di vanagloria per aver vinto la guerra contro il comunismo, restano senza concorrenza, senza sfida, senza stimolo?

Tiziano Terzani, Mosca, 2 ottobre 1991

1 scleri di ignari passanti:

italianovero ha detto...
24 novembre 2009 alle ore 11:49

ma tu torni cosi',alla grande,e non dici neanche niente a nessuno?bravo stronzo!

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