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venerdì 26 settembre 2008

Come in, come out

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Poco tempo fa Junkiepop ha scritto una digressione storica sugli Oasis, parlandone con toni che quasi neppure il Papa con il Giubileo, ma nessuno starà qui a discorrere se abbia detto cose giuste o sbagliate, qui si segue la politica che ognuno sul suo blog scrive il cazzo che gli pare. Un mio amico, riferendosi al post in questione, sosteneva che “se hai un blog seguito, non devi scrivere puttanate”, potrebbe anche aver ragione, ma qui appunto non si abbraccia questa filosofia, anche perché di puttanate ne scrivo parecchie. Per restare in argomento, che sennò arriva Alessandro Raina e mi dice che sono capace a fare solo interminabili preamboli, credo personalmente che Standing on the shoulders of giants e Heathen chemistry siano due belle porcate, ma non è di questo che voglio parlare.

Voglio parlare dei fratelli Gallagher di oggi, anzi di domani, perché il disco in questione, Dig out your soul, non uscirà che il 7 ottobre. Il singolo The shock of the lightning l'ho sentito la prima volta in macchina di mattina presto, lo passavano su Radio Deejay immediatamente dopo aver messo su White winter hymnal dei Fleet Foxes, in uno di quei rari e brevi istanti in cui tutto sembra perfetto e vorresti soltanto che una mano che non c'è più si stringesse sulla tua quando la posi sul cambio. La sensazione immediata è stata che, dopo la delusione per Forth (singolone Love is noise escluso) dei Verve, il nuovo degli Oasis non mi avrebbe lasciato altrettanto l'amaro in bocca. Tutto confermato dall'ascolto dell'album. Sì, ci sono rinnovamenti, lo stesso Noel Gallagher lo ha detto, ma non aspettatevi grandi stravolgimenti e pretenziosi tentativi di destrutturare una formula che, per quanto di successo, rischia di diventare stantìa. No, sono sempre gli Oasis, quelli giusti, con le melodie giuste, i testi giusti, gli arrangiamenti giusti, i riff giustissimi, gli assoli brevi e precisi, i soliti pochi accordi, forse un po' più del solito ma sempre pochi, le variazioni che quando capitano sono giuste e al momento giusto. Tutto giusto e quando è così non c'è più il rischio che ci si avvolga su sé stessi e quindi ben vengano i rinnovamenti, se fatti con criterio. Mancano, almeno in parte, i ritornelli da cantare a squarciagola quando non ce ne si vergogna, ma canzoni come The turning e soprattutto Falling down sono di una bellezza che commuove, il singolo già citato lo sentiremo a lungo in radio, non soltanto di mattina presto. L'attesa, insomma, è stata più che ripagata e a 'sto giro Richard Aschcroft e soci non hanno retto – minimamente – il confronto. Qui mi fermo, qualcosa di più esaustivo lo leggerete di certo su Junkiepop, io vi lascio solo un paio di mp3 da ascoltare, ché alla fine tutte le parole che il blogger di turno può dire vanno al vento, la musica, direbbe John Cage, resta.

Intanto oggi su – lo direste mai? - Radio Deejay, ci sarà Liam Gallagher ospite a Tropical Pizza. Io non so dove mi troverò, ma chi può non se lo perda.

Oasis - The shock of the lightning [mp3]
Oasis - Falling down [mp3]

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